Parco, impianto e il ristorante: San Carlo riparte. La nuova “mappa”
Parco, impianto e il ristorante: San Carlo riparte. La nuova “mappa” Presentata anche la bevanda “Fermento Vivenda”. Il patron Alphandery: «Meno marketing e più qualità». Riaprono le terme di San Carlo , complesso storico che ha beneficiato del progetto di riqualificazione nell’area di concessione mineraria, voluto e realizzato da Eugenio Alphandery, attuale presidente della società e già presidente della nota Officina profumo farmaceutica di Santa Maria Novella. E’ l’inizio di un nuovo periodo per l’intera realtà apuana, preceduto dall’avvio del rinnovato impianto di imbottigliamento. Domani, alle 11, è in programma l’inaugurazione, a partire dal parco e proseguendo con la presentazione dell’Acqua San Carlo fonte Zonder, con il taglio del nastro del nuovo ristorante e infine con la presentazione della San Carlo Fermento Vivenda, la bevanda a fermentazione naturale prodotta con l’acqua San Carlo. Ospite d’onore è l’ex conduttrice televisiva, oggi impegnata in politica, Gabriella Carlucci. Sono qui perché innamorato da sempre di questa acqua oligominerale unica al mondo – racconta l’ingegnere fiorentino con la passione per la vela e per i motori – che in casa nostra si beveva dai tempi del mio bisnonno. Mai però avrei pensato di acquistare questa azienda di un’acqua dal valore notevole, che vanta una differenza abissale rispetto ad altre. Un’acqua proveniente da tre sorgenti risistemate e visitabili, due delle quali erano in disuso, e recuperate con interventi importanti insieme alla sistemazione del parco e all’acquisto di alcuni appezzamenti di terreno circostanti, che sono andati a completare l’opera di ammodernamento degli impianti per l’imbottigliamento e di tutto l’edificio. Dalle fondamenta fino alla terrazza panoramica, da cui si gode di una vista incantevole che va dalle Alpi Apuane fino al mare. Oltre alla sorgente Aurelia, si aggiungono la Tiberia e la Zonder, la più curativa e destinata alle farmacie per le sue caratteristiche, intitolata a Nicola, il cui nipote Luigi ha disegnato l’etichetta. Link all’articolo